IERI – Agota Kristof

Ieri - Agota Kristof
Titolo: Ieri
Autore: Agota Kristof
Traduttore: M. Lodoli
Copertina flessibile: 106 pagine
Editore: Einaudi (2016)
Prezzo: 7,50 €

Riassumere Ieri di Agota Kristof è difficile. Qualunque cosa si possa dire non sarebbe mai rappresentativa. Ma io ve lo dico lo stesso: è una storia d'amore. C'è un'attesa commovente, straziante, perché non stiamo forse tutti aspettando qualcosa? In questo caso quel qualcosa arriva ma, trattandosi della Kristof, non aspettatevi un amore normale. È un amore inquietante, fatto di stalking, incesto, discriminazione. È un amore sbagliato e "brutto", egoista e possessivo, che vuole tutto e non dà che dolore, un amore che consiste nel farsi del male a vicenda.
I temi sono molto allegri: la routine, la disperazione, il vuoto della vita, e appunto questo amore che da una parte è visto come unica salvezza, dall'altro è ossessivo e malato: fa tutto meno che salvare qualcuno.
Il finale, poi, è a dir poco terrificante. È una fine come si deve perché è la fine di tutto: delle illusioni, dei sogni, della vita. È la morte dell'anima. Forse un suicidio collettivo di tutti i personaggi sarebbe apparso meno infelice.

Parliamo dei personaggi. Il protagonista è Tobias, che poi si chiama anche Sandor, e che è completamente pazzo: una specie di stalker molesto, non solo per i suoi comportamenti più manifesti, ma anche per dettagli più sottili, come la frequenza con cui ripete il nome di Line mentre le parla.
Line mi era rimasta nel cuore già dal secondo racconto di Dove sei Mathias?, ma sarà poi la stessa? In questo romanzo non mi è piaciuta come nel racconto, ahimè. L'ho trovata snob, banale e stupida, a quanto pare il tipo preferito dagli stalker (almeno nella letteratura). Ma è giusto così perché, oltre alla trama, anche i personaggi devono essere tragici, altrimenti che gusto c'è.
Le descrizioni sono perfette e impietose – dal punto di vista di Tobias, la voce narrante – e la caratterizzazione consiste soprattutto nella resa del disagio di tutti loro, che è palpabile.

Lo stile di Agota Kristof mi piace tantissimo. Ha un suo modo particolare di usare le parole, e in questo caso mi ha rapita sin dalle prime. La scrittura è fredda, distaccata, dura, e insieme meravigliosa e delirante. Trasmette il vuoto orrendo della vita, fa paura. Racconta cose serie e bruttissime con un tono assolutamente neutro, senza drammaticità, e il messaggio arriva diretto e brutale. Crea sgomento.
Attraverso i dialoghi vengono fuori le personalità dei personaggi, dal modo in cui reagiscono, parlano, rispondono.
Si dice che un bravo scrittore non debba raccontare fatti ma mostrarli. Bene, Agota Kristof è un'ottima scrittrice.

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