Titolo: Caleidoscopio
Autore: Archibald J. Cronin
Traduttore: B. Maffi
Copertina flessibile: 123 pagine
Editore: Bompiani (9 novembre 2011)
Prezzo online: 7,57 €
Voto: **½
Caleidoscopio è il racconto di una giornata all'interno di una clinica, giornata vissuta e quindi raccontata dal punto di vista di persone diverse, tra infermiere, medici e pazienti. Ci ho messo un po' a capirlo, ma è proprio a questo che si riferisce il titolo, facendo riferimento a tanti frammenti colorati che convergono dando origine a una visione unica ma molto variegata, tipica appunto di un caleidoscopio. Ci viene offerta quella visione globale che nella vita tendiamo a ignorare, perché percepiamo solo ciò che ci riguarda personalmente, cosa che Cronin fa notare con ironia.
Tra tutte queste storie convergenti, quella che più si fa sentire riguarda l'infermiera caposala Mary Fanshawe, detta Fany, che possiamo definire la protagonista del romanzo, anche se poi l'attenzione si sposta da un personaggio all'altro.
I temi trattati sono i più svariati, a partire – vista l'ambientazione – dalla salute e dalla malattia, fino alla soggettività con cui percepiamo le cose, al lavoro, all'amore, al rispetto per gli altri e per sé stessi, all'inganno.
I personaggi del romanzo sono descritti con cura, hanno caratteri ben definiti e realistici, in alcuni casi fastidiosi come sanno essere le persone in carne e ossa. È il caso del dottor Preston, tipico maschio alfa che mi ha ricordato un altro personaggio di Cronin, di cui non ricordo neanche il nome. Secoli fa ho letto E le stelle stanno a guardare; è passato così tanto tempo che non ricordo nulla della trama, ma ricordo che c'era un personaggio simile a questo, altrettanto irritante, da prendere a pugni. Non che sia un difetto: molti uomini sono davvero così, quindi Cronin li ha rappresentati bene.
La cosa strana è che, durante la lettura, i personaggi non mi sembravano ben caratterizzati ma invece, a ripensarci, ho la sensazione di conoscerli bene. Questo significa che l'autore è riuscito a caratterizzarli bene in maniera implicita, il che gli fa onore. Fany, in particolare, è un personaggio molto più complesso di quanto sembri.
Lo stile non mi è piaciuto e non mi ha coinvolto. Non posso dire che il libro sia scritto male, parlo solo di un mio gusto personale. Ho trovato il linguaggio troppo antiquato, termini ormai inesistenti. Okay, il libro non è stato scritto l'altro ieri, però mi sembra esagerato.
In definitiva il romanzo non mi è piaciuto particolarmente, anche se l'idea ha una sua originalità e un suo perché.
Ultimamente ho sentito spesso parlare – bene – di Cronin (non so perché, tra l'altro, non è che sia proprio tra le ultime novità), per questo ho deciso di dargli una seconda possibilità dopo E le stelle stanno a guardare, che già non mi era piaciuto. Devo concludere quindi che non è l'autore per me. Me ne farò una ragione.
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