Titolo: La simmetria dei desideri
Autore: Eshkol Nevo
Traduttore: O. Bannet, R. Scardi
Copertina flessibile: 351 pagine
Editore: BEAT (aprile 2016)
Prezzo online: 7,65 €
Voto: *****
Credo sia la prima volta che do 5 stelline a un libro qui, ed è perché La simmetria dei desideri di Eshkol Nevo è, per me, praticamente il libro perfetto, in cui il dolore e l'ironia si intrecciano in un equilibrio ideale.
Quattro amici storici, Yuval, Churchill, Amichai e Ofir, guardano in tv la finale dei mondiali di calcio. A un certo punto, Amichai ha una delle sue idee, di solito snobbate dagli amici: scrivere su dei bigliettini tre desideri a testa da realizzare nell'arco dei successivi quattro anni, cioè entro la finale dei prossimi mondiali, quando li rileggeranno per vedere cosa è cambiato. Da questo espediente parte il racconto degli anni successivi, ma anche di quelli passati, e il modo in cui le vite e i desideri dei quattro amici si incrociano è geniale.
La simmetria dei desideri non fa che raccontare la vita (e anche la depressione). È un romanzo sull'amicizia e sull'amore, su quanto sia essenziale e perfino salvifico avere a fianco delle persone importanti. Può sembrare una cosa sdolcinata, ma vi assicuro che questo romanzo è proprio l'opposto della banalità.
I personaggi sono davvero favolosi. Sono persone vere, con caratteri veri. Non so se Nevo abbia attinto dalla sua esperienza concreta, ma è riuscito non solo a descrivere, ma proprio a mostrare delle persone reali da ogni punto di vista: i dialoghi, i gesti, perfino i tic verbali, le pose assunte, gli sguardi. Non so come ci sia riuscito. Anche le fotografie vengono descritte con tale perfezione che sembra davvero di poterle guardare.
Riescono a essere incisivi perfino i personaggi volutamente non-interessanti e quelli minori, che compaiono a stento o addirittura non compaiono affatto, se non attraverso i discorsi dei protagonisti. Eppure sembra di vedere e conoscere anche loro. Tanto di cappello per Eshkol Nevo, davvero impressionante.
Anche lo stile è particolare: è piuttosto semplice e mai noioso (io detesto il calcio, eppure non mi hanno annoiato nemmeno le parti in cui si parla di quello), e i discorsi diretti non hanno la punteggiatura classica, perciò sembra tutto un lungo flusso di coscienza che risucchia il lettore dentro i pensieri di Yuval, che è la voce narrante. Le descrizioni, come ho già detto a proposito di personaggi e fotografie, sono molto dettagliate, e anche le cose in apparenza più insignificanti sono dette bene. Ho trovato il finale molto commovente, non solo per il contenuto ma, appunto, anche per come è stato scritto.
L'unico punto meno soddisfacente è la traduzione: nella mia edizione ho infatti trovato qualche errore anche grossolano che poteva essere evitato. A parte questo, ve lo ripeto: per me questo è il libro perfetto.
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