LA SONATA A KREUTZER – Lev Tolstoj

La Sonata a Kreutzer, Lev Tolstoj
Titolo: (La) Sonata a Kreutzer
Autore: Lev Tolstoj
Traduttore: G. Pacini
Copertina flessibile: 148 pagine
Editore: Feltrinelli (4 giugno 2014)
Prezzo online: 6,80 €

Lev Tolstoj è uno dei miei autori preferiti e La sonata a Kreutzer è un romanzo sicuramente da leggere, anche se ho apprezzato di più altre sue opere. È un libro pieno di spunti di riflessione e tocca temi molto significativi:
  • La corruzione. La voce narrante la cita spesso e ne parla in modo lucido e molto attuale. Sottolinea come la corruzione faccia parte della vita in modo così naturale che quasi neanche ce ne accorgiamo. E ci riguarda tutti, purtroppo.
  • Matrimonio, famiglia, amore, passione, gelosia. È la storia di un delitto passionale, di un matrimonio e delle sue svariate sfaccettature. Temi trattati anch'essi con una lucidità disarmante, che mette in luce come un rapporto "d'amore" contenga in sé anche odio, rabbia, violenza e la corruzione di cui sopra.
  • Morte, suicidio, omicidio. I protagonisti sembrano tormentati da pensieri di morte, minacciano di uccidersi o di uccidere. Non c'è speranza per nessuno di loro.
  • Differenze di genere ed educazione delle donne. Alcune riflessioni potrebbero sembrare molto sessiste, ma secondo me non lo sono affatto. Ovvero, non è l'autore o il personaggio a essere sessista: si limitano a descrivere la società per com'è. E la società è sessista.

I personaggi del romanzo sono pochi, descritti dettagliatamente anche nelle piccole cose. Per quanto riguarda la caratterizzazione, abbiamo una voce narrante che è quella del protagonista Pozdnysev, i cui pensieri e le cui azioni, così come anche piccoli movimenti e tic, vengono rappresentati in maniera molto vivida. Gli altri personaggi – in particolare la moglie, altra protagonista della vicenda – li vediamo attraverso i suoi occhi e i suoi racconti. Questo significa che, più che dei personaggi stessi, noi veniamo a conoscenza soprattutto dei pensieri e delle interpretazioni di Pozdnysev, relativamente ai personaggi.

Cosa dire dello stile? Siamo di fronte a un grande della letteratura: il libro non può che essere scritto benissimo, in maniera scorrevole ma anche elegante. Le descrizioni sono molto curate e precise, mai eccessive. Con poche parole Tolstoj mostra tutto il necessario in modo da poterlo immaginare senza difficoltà.
La prosa è in grado di trasmettere gli stati d'animo del protagonista, il suo tormento, di rendere tangibile la sua angoscia irrazionale. Possiamo anche condannare le sue azioni, ma non possiamo leggere con freddezza quello che prova.
Sonata a Kreutzer è un romanzo breve, e di conseguenza molto meno impegnativo di altri capolavori di Tolstoj, perciò lo consiglio a tutti, soprattutto per un primo approccio, se non avete ancora letto nulla di suo.

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FOLLIA – Patrick McGrath

Follia, Patrick McGrath
Titolo: Follia
Autore: Patrick McGrath
Traduttore: M. Codignola
Copertina flessibile: 296 pagine
Editore: Adelphi (21 marzo 2012)
Prezzo online: 10,20 €

Follia di Patrick McGrath è un libro di cui tutti parlano con entusiasmo. E io non capisco perché. È un bel romanzo, con aspetti anche interessanti, ma niente più di questo. E dire che io in genere amo le storie che hanno a che fare con la psichiatria e i disturbi mentali, ma questa non è riuscita proprio a coinvolgermi.
I temi sono vari e piuttosto interessanti:
  • La follia, ovviamente. La storia è ambientata perlopiù in un manicomio dove, per fortuna, folli non sono soltanto i pazienti. E oltre a veri e propri disturbi, vengono messi in rilievo anche semplici meccanismi psicologici che riguardano praticamente tutti i comportamenti umani.
  • L'amore ossessivo, cieco e folle anche lui. La protagonista della storia è Stella, moglie dello psichiatra Max Raphael, la quale si innamora di un paziente paranoico e uxoricida. Se ne innamora a tal punto da rinunciare alla sua vita, alla sua identità, perfino a suo figlio.
  • La famiglia, il matrimonio, trattati in modo molto concreto e realistico, guardati da prospettive interessanti.
  • La reputazione e l'etichettamento, a quanto pare temi ricorrenti nei libri che leggo.

I personaggi di questo romanzo avrebbero potuto essere meravigliosi. I "pazzi" sono spesso i personaggi migliori, se vengono resi bene; i loro comportamenti e punti di vista possono essere vari e molto originali. In questo libro non lo sono.
Quello che invece è interessante è il punto di vista psichiatrico dal quale tutta la vicenda viene osservata: è infatti raccontata da uno psichiatra, il dottor Peter Cleave, che sembra piuttosto serio e formale per tutto il tempo, ma in fondo in fondo non ha tutte le rotelle a posto nemmeno lui. Forse, attraverso la narrazione in prima persona, il dottor Cleave risulta in fin dei conti il personaggio meglio riuscito. Ma in ogni caso niente di molto apprezzabile.

Lo stesso dicasi per lo stile. È gradevole e non difficile, ma non mi ha colpito in alcun modo. Le descrizioni sono accurate ma non spiccano per efficacia. Le parole sono quelle giuste ma non usate con maestria. Le atmosfere sono asettiche, anche dove dovrebbe esserci disperazione, o qualsiasi altra emozione forte, non si percepisce nulla a parte noia e apatia. L'unica cosa buona, come ho detto, è il punto di vista psichiatrico, l'analisi di una storia d'amore come di un fenomeno scientifico, spiegato anche attraverso termini tecnici.
Ho apprezzato invece molto il finale, non tanto per gli avvenimenti in sé, quanto per come ne escono lo psichiatra e la psichiatria in generale.

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UN INCANTEVOLE APRILE – Elizabeth von Arnim

Un incantevole aprile, Elizabeth von Arnim
Titolo: Un incantevole aprile
Autore: Elizabeth von Arnim
Traduttore: S. Terziani
Copertina flessibile: 287 pagine
Editore: Fazi (30 marzo 2017)
Prezzo online: 11,25 €

Un incantevole aprile di Elizabeth von Arnim è davvero un romanzo delizioso. Se dovessi descriverlo con un aggettivo lo definirei riposante. Una lettura ottima per staccare dalla realtà e lasciarsi trasportare in atmosfere che restituiscono la pace dei sensi.
Il distacco dalla realtà, con annessa ricerca della pace, è anche il motore che avvia la storia: le quattro protagoniste decidono di scambiare per un mese le loro vite insoddisfacenti per una vacanza in Italia, nel relax più totale e lontane da tutto. Ho trovato molto bella e delicata la maniera in cui l'autrice mostra come, nel distacco dalla stessa, la realtà si ritrovi rinnovata.
Altri temi fondamentali:
  • Amore e amicizia. È infatti grazie a essi che i personaggi ritrovano la pace e il senso delle loro vite. Sarà pure banale, ma chi può negare l'importanza delle relazioni? Sono addirittura determinanti per il nostro modo di essere e il nostro stato d'animo. A volte basta un solo gesto o una parola da qualcuno che amiamo per cambiare la nostra giornata.
  • Il decoro e l'etichetta. Gran parte del romanzo mette in luce la contrapposizione tra la spontaneità e la rigidità di certe tradizioni o della religione.
  • Matrimonio e famiglia, e come entrambi – istituzioni ufficialmente positive – possano essere dei grossi limiti se tenuti in piedi solo dall'abitudine e dal dovere, e non invece da veri sentimenti.
  • La bellezza. Delle persone, dell'ambiente, dei fiori. (E del romanzo stesso.) Il suo effetto sullo stato d'animo di chi vi assiste.

I personaggi di Un incantevole aprile sono adorabili. Sono descritti in maniera molto precisa e ben caratterizzati, forse un po' stereotipati all'inizio, ma subiscono tutti un'evoluzione nel corso della storia, evoluzione resa anch'essa con delicatezza. Non solo i caratteri, ma le intenzioni di ognuno di loro sono sempre molto chiare.
Quella che non mi ha convinta del tutto è Caroline: in lei il cambiamento è quasi solo accennato, alla fine del romanzo si percepisce una svolta ma non viene trattata con la stessa intensità delle altre. Rose, invece, è un personaggio struggente con la sua fame insaziabile d'amore, l'ho adorata.

Anche lo stile è apprezzabile: descrizioni bellissime riescono a rendere alla perfezione le atmosfere, i colori, perfino i profumi: sembra di sentirli davvero. I fiori sono onnipresenti, in diverse varietà, e l'autrice non manca mai di farli notare, di rendere il lettore partecipe della loro presenza e della loro esplosione, del loro arricchire ogni ambiente. Ho apprezzato molto questo aspetto, che contribuisce al senso di pace e di bellezza che il romanzo trasmette.
La scrittura in generale è molto scorrevole e "calma", scusate se mi ripeto ma tutto nel libro mi ha comunicato questa sensazione di riposo e tranquillità (mai di noia). È anche divertente a tratti, mi ha fatto sorridere spesso con la sua lieve ironia.
A essere sincera non ho trovato grandi spunti di riflessione, però è un libro che vale la pena di leggere semplicemente per la sua bellezza.

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VIA DALLA PAZZA FOLLA – Thomas Hardy

Via dalla pazza folla, Thomas Hardy
Titolo: Via dalla pazza folla
Autore: Thomas Hardy
Traduttore: P. Jahier, M. Rissler Stoneman
Copertina flessibile: 458 pagine
Editore: Garzanti (21 giugno 2002)
Prezzo online: 11,47 €

Dunque. Via dalla pazza folla di Thomas Hardy non ha certo bisogno di essere da me presentato o commentato, dato che si tratta di un capolavoro della letteratura. Eppure a me non è piaciuto. Niente di strano.
Sinceramente l'ho trovato un po' vuoto, a partire dai temi:

  • Amore e matrimonio, gelosie e compagnia bella. In sintesi si tratta di una lunga storia in cui Bathsheba, fondamentalmente, deve scegliere chi sposare tra i suoi tre principali spasimanti. Dico "principali" perché nel frattempo anche tutti gli altri uomini della terra si innamorano di lei.
  • Lavoro ed economia. Il tutto è ambientato nei campi, nella natura, tra raccolti e allevamenti, proprietari terrieri, fattori e così via. Qualcuno deve pur occuparsi di ricavarne qualcosa.
  • Differenze sociali e denaro. Hanno un ruolo molto importante nella storia e nelle scelte dei personaggi, ahimè.

I personaggi sono descritti meravigliosamente. Il libro inizia proprio con la descrizione fisica di Gabriel Oak, che è davvero dettagliata e permette di farsi un'immagine molto precisa del personaggio. Anche pensieri ed emozioni vengono trasmessi con precisione; nonostante ciò la caratterizzazione dei personaggi non mi ha colpito molto. Con qualche piccola eccezione grazie agli eccessi di un paio di personaggi, per il resto sono dei cliché. Mi sono sembrati tutti uguali e piuttosto antipatici e subdoli, a parte Oak. Bathsheba viene spacciata per una personalità forte ma in realtà non c'è niente di notevole in nessuno dei suoi comportamenti.

Riguardo allo stile, il libro è scritto molto bene, la prosa è ricca e articolata (e pesante), le descrizioni – come ho già detto per i personaggi – sono bellissime ed efficaci, in particolare ho amato quella del temporale. Tuttavia il romanzo non mi ha proprio catturato. C'è da dire che io ho letto una traduzione antiquata, con tutti i nomi tradotti in italiano e anche piena di errori, con la punteggiatura usata a caso. Inoltre, durante la lettura non riuscivo a fare a meno di distrarmi e, diciamolo chiaramente, annoiarmi. Trovo che si dilunghi spesso su dialoghi e fatti inutili ai fini della storia.
Ho letto solo Tess dei D'Urberville e questo, ma penso di poter dire che Hardy non fa per me. E mi dispiace, perché sono comunque in grado di riconoscere il suo valore.
Direi che consiglio senza dubbio di leggere Via dalla pazza folla perché è innegabilmente un buon libro, ma purtroppo non ha soddisfatto il mio gusto personale.

VOX – Christina Dalcher

Vox, Christina Dalcher
Titolo: Vox
Autore: Christina Dalcher
Traduttore: B. Ronca
Copertina rigida: 416 pagine
Editore: Nord (6 settembre 2018)
Prezzo online: 16,15 €

Vox di Christina Dalcher non è certo un capolavoro, però ha decisamente un suo perché. Facciamo così:

COMMENTO TECNICO
Il libro è una scopiazzatura del Racconto dell'ancella (già recensito qui), ma è ancora più terribile perché in questo caso le donne, oltre a perdere la libertà di scelta, perdono anche il diritto di parola, e in più non vengono messe al servizio di sconosciuti, ma devono subire il tutto all'interno delle loro stesse famiglie, sopportare mariti e figli che si trasformano in mostri senza nemmeno poter spaccare loro la faccia come sarebbe opportuno, anzi accettando pure la responsabilità di averli messi al mondo.
I temi del romanzo hanno a che fare con differenze di genere, ruoli sociali e stereotipi. Degli stereotipi, in realtà, è vittima anche l'autrice stessa perché, se da una parte vorrebbe denunciare la discriminazione come una cosa – ovviamente – negativa, dall'altra ha riempito il libro di giudizi e commenti su come dovrebbe essere un vero uomo e perfino sulle abitudini e i modi di fare/essere degli Italiani.
I personaggi non hanno nessuna qualità di rilievo, e lo stesso vale anche per lo stile.
Insomma, tecnicamente Vox non è un libro di valore e, basandomi su criteri oggettivi, lo boccerei senza dubbio (o quantomeno abbasserei di molto il prezzo).

COMMENTO EMOTIVO E SOGGETTIVO
Nonostante tutto, Christina Dalcher è riuscita a rendere la trama interessante e trascinante e soprattutto a suscitarmi forti emozioni. Rabbia, in particolare. Ma anche tristezza e disperazione.
La lettura di questo romanzo è stata un pugno allo stomaco, forse anche perché sono una catastrofista convinta che tutto quello che Vox descrive potrebbe succedere sul serio da un momento all'altro.
Ho visto i personaggi maschili godere dei loro privilegi. Ho visto il loro non essere affatto superiori alle donne: sono anzi delle nullità, ma è proprio questa la parte spaventosa. Nel loro essere nullità, hanno bisogno di zittire le donne per autoconferirsi un valore che non hanno. Le donne (nel romanzo come anche nella vita) non sono affatto inferiori agli uomini ma – proprio per questo – sono scomode, e annullarle è l'unica strategia possibile, da parte degli uomini, per sentirsi migliori di quello che sono.
Ritengo che un uomo leggerebbe questo libro senza provare nemmeno un decimo della rabbia che ho provato io, e questo mi fa arrabbiare ancora di più. Magari nessun padre sarebbe contento di impedire alle proprie bambine di imparare a parlare, ma sono convinta che buona parte degli uomini sarebbe invece più che felice di zittire le proprie mogli. Scusate se sono così negativa, ma in questo momento odio tutti.

Detto questo, Vox è un libro che vale la pena di leggere e lo trovate qui: https://amzn.to/2pCsymE

NON IMPORTA (I Melrose 1) – Edward St Aubyn

Non importa, I Melrose, Edward St Aubyn
Titolo: Non importa
Autore: Edward St Aubyn
Traduttore: Luca Briasco
Editore: Neri Pozza (13 giugno 2018)
Prezzo online: 2,99 € (ebook)

Avendo intenzione di guardare la serie, avrei voluto prima leggere tutta la saga dei Melrose di Edward St Aubyn, invece ho letto solo Non importa e non credo leggerò mai gli altri.
Non c'è una vera trama (almeno in questo singolo libro; immagino si sviluppi meglio nel corso dell'intera saga), ma più che altro l'autore si concentra sui rapporti tra i personaggi. Parliamo piuttosto dei temi:
  • Perversione e potere. Se dovessi dire di che cosa parla questo libro direi semplicemente questo, che racconta una società perversa. Quasi tutti i personaggi sono odiosi, in particolare David, da prendere davvero a pugni e sprangate in faccia.
  • Famiglia ed educazione. Entrambe cose contaminate dalla perversione di cui sopra, comunque. In questo libro tutti i rapporti tra le persone (forse con un'unica eccezione) sono malati e nocivi.
  • Amore (?). Ce n'è ben poco, ma ogni tanto si intravede.
  • Traumi infantili. Va be', diciamo che tutti i temi sono le naturali conseguenze del primo, quindi posso anche fermarmi qui. Ho trovato però interessanti alcune riflessioni sulla psicologia e i suoi difetti (e la sua inutilità).

I personaggi del romanzo sono a modo loro ottimi. In generale il libro è scritto molto bene, e anche i personaggi sono ben indagati, descritti minuziosamente anche attraverso similitudini molto efficaci, e caratterizzati a sufficienza per risultare autentici. Le loro emozioni sono sempre chiare. Ma sono delle persone orribili, quindi non posso dire che mi siano piaciuti. In particolare David Melrose, il capofamiglia, è un essere disgustoso e inquietante che fa accendere nella mia testa mille insegne luminose con la scritta PERICOLO.
Ho apprezzato invece Anne, forse l'unico personaggio con un minimo di umanità e sale in zucca.

Lo stile è impeccabile. Come ho detto, il romanzo è scritto molto bene, me ne sono accorta sin dalle prime righe e questa è una cosa che apprezzo sempre. Le descrizioni sono molto precise, la scrittura è scorrevole ma elegante e complessa qb. La scelta delle parole e la costruzione delle frasi mi hanno decisamente convinta.
Non posso dare un giudizio negativo su questo libro: è scritto bene e ha un suo perché, è una buona lettura, ma purtroppo non ha soddisfatto il mio gusto personale. Per vedere persone schifose mi basta guardarmi intorno.

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PURITY – Jonathan Franzen

Purity Jonathan Franzen
Titolo: Purity
Autore: Jonathan Franzen
Traduttore: S. Pareschi
Copertina flessibile: 666 pagine
Editore: Einaudi (26 settembre 2017)
Prezzo online: 12,75 €

In copertina Jonathan Franzen viene definito il più grande scrittore d'America, e io sono totalmente d'accordo. Anche se Purity mi è sembrato meno geniale di altri suoi libri.
Di cosa parla questo romanzo? È difficile rispondere, perché quello che Franzen fa – sempre – è soprattutto un ottimo ritratto dell'umanità, quindi i temi sarebbero infiniti. In questo caso si parla molto di:
  • Famiglia, matrimonio, maternità. Rapporti genitori-figli, storie famigliari con relativi segreti e così via.
  • Moralità, giustizia. Il titolo non è casuale. Anche se è il nome della protagonista, questo è solo un pretesto per parlare di purezza ad un livello molto più vasto. Cosa è corretto e cosa non lo è? Tutto è molto soggettivo, purtroppo.
  • Amore e sesso (e anche amicizia). Il modo in cui ne parla è a dir poco stupefacente, perché descrive l'amore non come lo troviamo spesso nei libri, ma come lo troviamo spesso nella vita. Cioè uno schifo. Un amore che influenza pesantemente la vita, soprattutto quando non è reciproco. Amore tenero ma anche insensato, cieco, malato, morboso, fatto di sacrificio e di vendetta, di compromessi, di tradimenti, di tolleranza anche per i lati più insopportabili dell'altro. Amore che non finisce mai sul serio, ma fa sempre più schifo e continua a distruggere. Il finale però è davvero sdolcinato.
  • Lavoro e denaro. In fin dei conti è proprio su questo che è incentrata la storia.
  • Autostima. Purity, detta Pip, fa un percorso significativo a riguardo, ma anche altri personaggi devono vedersela con la propria autostima (o con la sua assenza).
  • Politica, per me sempre molto noiosa, quindi l'ho ignorata.

I personaggi sono spettacolari, come sempre. Come ho detto, nessuno descrive l'umanità meglio di Franzen. I suoi personaggi sono persone vere, hanno una complessità, una verosimiglianza e una serie di sfaccettature che credo di non aver mai trovato in nessun altro autore. Si comportano a volte anche in modo incoerente, ma senza risultare finti; è l'incoerenza tipica degli esseri umani. Sono imperfetti, hanno disturbi psichici, caratteri orribili. La loro psicologia è indagata fin troppo a fondo. E vengono spesso descritti con perifrasi molto efficaci.
Anabel è a mio parere il personaggio migliore. Decisamente pazza e insopportabile, da prendere a sberle, l'ho odiata tantissimo. E anche Andreas è un ottimo personaggio, odioso anche lui ma reso benissimo nelle sue paranoie e ossessioni, nelle sue manie di grandezza e nel rapporto con la madre odiata e amata.

Lo stile è perfetto. Anche da questo punto di vista Franzen ha pochi rivali, soprattutto tra i contemporanei: il libro è scritto benissimo ed è studiato nei minimi dettagli. Parla anche di un sacco di cose noiose, eppure non mi sono accorta del tempo che passava né ho pensato ad altro per buona parte della lettura. Mi ha assorbito completamente anche se a lungo andare si è rivelato poco verosimile ed è diventato spossante.
Le descrizioni ambientali sono carenti; ce ne sono poche, efficaci ma solo funzionali alla storia (il che non è un male, comunque).
Purtroppo devo aggiungere che qui non ho trovato nessuna di quelle similitudini geniali tipiche dell'autore. Niente a che vedere con Le correzioni, ahimè.
In ogni caso, se non fosse ancora chiaro, per me Franzen è un genio, quindi vi consiglio assolutamente di leggerlo.

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IL BLU È UN COLORE CALDO – Julie Maroh

Il blu è un colore caldo, Julie Maroh
Titolo: Il blu è un colore caldo
Autore: Julie Maroh
Traduttore: F. Zicchiero
Copertina flessibile: 158 pagine
Editore: Rizzoli Lizard (16 ottobre 2013)
Prezzo online: 13,61 €

Io non leggo mai graphic novels, ma ho voluto fare un'eccezione per Il blu è un colore caldo di Julie Maroh, dato che anni fa avevo visto il film La vita di Adele, tratto proprio da questo fumetto, e mi era piaciuto.
Si tratta di una storia importante perché riguarda i problemi che tante persone si trovano ad affrontare nell'accettare una sessualità che, ahimè, anche nel 2018 aspetta ancora l'approvazione altrui. Tra i temi trattati, quindi, la sessualità è uno dei più centrali: la protagonista Clementine, infatti, deve vedersela con se stessa e con le reazioni del suo corpo, ma anche con la famiglia e i compagni di scuola, e in generale con una società sempre pronta a sparare giudizi.
Altri temi importanti sono:
  • L'amore, ovviamente, perché è in nome di quello che i personaggi della storia lottano e vivono e fanno tutto quello che fanno.
  • L'adolescenza con tutti i suoi conflitti, interiori ed esteriori, e tutto ciò che l'accompagna, come la ricerca della propria identità, le dinamiche sociali e scolastiche tipiche di quell'età e così via.
  • La morte e la malattia. Se ne parla sin dall'inizio , anche se in realtà nella storia non hanno poi tutto questo spazio.

I personaggi, devo dire, non mi hanno colpito particolarmente. Innanzi tutto i disegni di Julie Maroh non mi sono piaciuti, soprattutto i volti. A giudicare dalle espressioni facciali si direbbe che tutti siano cupi, arrabbiati o pazzi, anche quando non è così. Per il resto, i protagonisti sono perlopiù adolescenti, quindi è comprensibile che non abbiano personalità ben definite.
Emma è a mio parere il personaggio riuscito meglio, perché si percepisce in modo chiaro il conflitto tra lati diversi del suo carattere e della sua personalità. Da una parte decisa e sicura di sé, dall'altra anche molto fragile e confusa.

Riguardo allo stile, ripeto che i disegni non mi hanno colpito per niente. Ho già parlato dei volti, e aggiungo che non mi sono piaciuti nemmeno i corpi. Un po' più belli i nudi, ma con i vestiti addosso spesso sembrano sproporzionati, troppo alti o al contrario tarchiati, come se fossero compressi. Nemmeno i dettagli ambientali mi sono sembrati degni di nota, a parte l'idea, sicuramente efficace, di far spiccare il blu ovunque sia presente.
Nonostante i disegni, comunque, consiglio la lettura del fumetto perché è bello, la storia è significativa e struggente e il messaggio che lancia importante.

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I TIPI PSICOLOGICI: ISTRUZIONI PER L'USO – Eva Maria Franchi

I tipi psicologici: istruzioni per l'uso, Eva Maria Franchi
Titolo: I tipi psicologici: istruzioni per l'uso
Autore: Eva Maria Franchi
Copertina flessibile: 112 pagine
Editore: Fontana Editore (8 marzo 2017)
Prezzo online: 15,45 €

I tipi psicologici di Eva Maria Franchi è, come avrete intuito, un saggio di psicologia che riguarda il Myers-Briggs Type Indicator o, per meglio dire, i tipi da esso definiti.
Da questo blog si evince chiaramente che io leggo quasi solo romanzi ma, dato che etichettare le persone è la mia passione, negli ultimi tempi sono ossessionata da questo sistema di classificazione delle personalità che trovo molto interessante e stranamente affidabile (per chi non lo sapesse, è basato sugli studi di Jung sulla personalità). È quindi con molto entusiasmo che mi sono approcciata alla lettura: ormai credo di avere una discreta padronanza dell'argomento, ma l'ho costruita solo leggendo qua e là informazioni su internet, non avevo mai letto un libro e questo è uno dei pochi scritti in italiano.
Ebbene, ho trovato alcuni spunti interessanti, ma a conti fatti sono delusa.
All'inizio l'ho trovato un po' troppo sempliciotto, più un libro di autoaiuto che non un trattato di psicologia. Ma ho anche pensato che in fondo può andare, soprattutto per chi non conosce bene l'argomento e vi si approccia per la prima volta. Proseguendo, però, mi sono accorta che, mentre il linguaggio è così semplice, le spiegazioni non sono così chiare. Durante la lettura ho pensato più volte che, se fosse stato il mio primo approccio all'argomento, non ci avrei capito nulla e anzi ne sarei uscita più confusa che persuasa. Nel terzo capitolo sulle funzioni cognitive – che sono piuttosto complesse, io ci ho messo un po' a capirle per conto mio – ci sono grossi errori di contenuto. Per farla breve, viene ripetuto più e più volte un ordine errato delle funzioni per ogni tipo psicologico, dopodiché viene fornita una tabella in cui l'ordine è quello corretto. Il lettore alle prime armi, giustamente, non può sapere qual è quello sbagliato e quale quello giusto. Ho trovato anche poco corrette le descrizioni di alcune funzioni, in particolare della funzione Giudizio.
Inoltre il libro è pieno di refusi, che è un modo carino per dire in realtà errori grammaticali.
Di buono c'è che la descrizione del mio tipo (ISFJ) mi è sembrata molto precisa, forse più di altre che ho letto in giro, soprattutto riguardo ai punti deboli. E in più il concetto di ombra – la parte "nascosta" di noi che viene fuori in determinate condizioni – non l'avevo ancora trovato da nessuna parte, quindi un altro punto di merito per il libro.
Che cosa volete che vi dica? Se non conoscete l'argomento io questo libro non ve lo consiglio, perché ne uscireste con informazioni sbagliate o confuse in testa. Se invece avete già un'idea dei tipi e delle funzioni, può essere un discreto approfondimento (o ripasso) di alcuni aspetti.

Il libro lo trovate qui: https://amzn.to/2CtvdZ9
Vi faccio notare che l'ebook è gratuito con Kindle Unlimited, a cui potete iscrivervi gratis per un mese da qui: https://amzn.to/2oFgro7
Così facendo mi fareste guadagnare ben tre euro! (In quel caso, grazie infinite.)

FUNZIONA NELLA CITTÀ DI ... Giorno uno – Gilberto Cavallina

Giorno uno: Funziona nella città di ... Gilberto Cavallina
Titolo: Funziona nella città di ... Giorno uno
Autore: Gilberto Cavallina
Copertina flessibile: 127 pagine
Editore: CreateSpace (24 settembre 2015)
Prezzo online: 9,59 € (solo 1 € l'ebook!)

Dunque. Comincio col ringraziare l'autore Gilberto Cavallina per avermi permesso di leggere questo primo volumetto della serie Funziona nella città di ... (Trepunti). E lo ringrazio sul serio, perché mi è piaciuto un sacco.
Si tratta di un libro molto diverso da ciò che leggo abitualmente, e non credo di poterlo analizzare in modo schematico come faccio di solito. Non posso isolare dei temi specifici né parlare dei personaggi come se fossero... be', normali. Perché il nonsense permea tutto il libro e il mio cervello eccessivamente razionale non riesce a mettere insieme i pezzi in maniera organizzata.
Quella di Funziona è in apparenza una storiellina molto semplice, che potrebbe essere letta anche a un bambino, ma in realtà non è per niente banale.
Funziona è un tizio piuttosto particolare che prende tutto alla lettera, e con questo espediente riflette e fa riflettere su un sacco di cose, di parole, di concetti, e in generale sulla comunicazione e l'interazione, grazie anche agli altri personaggi che non sono meno strambi di lui. Il linguaggio che utilizziamo è fondamentalmente basato su un mucchio di cose che diamo per scontate, cosa a cui io stessa ho pensato forse solo quando ho studiato Filosofia del linguaggio, millenni fa.
In più questo libro è divertente e mi ha fatto ridere spesso, e già questo significa che è intelligente: la demenzialità non mi diverte, ma amo l'ironia e la sottigliezza. Dico sempre che anche per dire/scrivere scemenze ci vuole cervello, e Gilberto Cavallina ce l'ha di sicuro. Direi addirittura che è un genio per come riesce a prestare attenzione a certi dettagli facendo sembrare quella stessa attenzione quasi stupida o superflua. Tanto di cappello.
Infine, il libro è scritto proprio bene. Anche lo stile è molto semplice e punta sull'immediatezza, ma non è mai trascurato o casuale, il che è davvero, davvero raro tra gli autori emergenti (e non solo) italiani. A dirla tutta, è ben raro in generale che io apprezzi un autore italiano perfino tra i grandi classici, ecco perché questo libro mi ha stupito tanto. Vorrei che gli italiani la smettessero di scrivere come se stessero dicendo «guarda come sono bravo» e puntassero invece sulla semplicità. Funziona nella città di ... dimostra che quella è la strategia vincente. (Ma se non scriveste affatto sarebbe meglio, io ve lo dico.)

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